Tempo di infami

Dovendo stare a quanto riportano i giornali, un uomo di 67 anni è morto venerdì nell’ufficio del direttore del supermercato Poli di piazza Matteotti, dove era stato condotto insieme alla compagna per il furto, sembra, di due tubetti di dentifricio e di uno shampoo. L’uomo si sarebbe sentito male dopo l’arrivo degli sbirri chiamati dai responsabili del supermercato. Al di là della tristezza e della rabbia per una morte avvenuta in una situazione del genere – e nella quale, comunque possano essere effettivamente andate le cose, la decisione di fermare l’uomo e di chiamare la polizia sicuramente un ruolo ce l’ha avuto -, e al di là dell’assoluta giustezza di rubare alla grande distribuzione indipendentemente dall’indigenza o meno del ladruncolo e dal fatto che si tratti o meno di prodotti di prima necessità, la notizia non può non richiamare alla memoria la decisione di qualche mese fa proprio del gruppo Poli di premiare il personale che segnala un furto tra gli scaffali con 30 euro lordi in busta paga. D’altronde in tutti i settori ormai il modello di comportamento esemplare è quello del delatore. All’epoca la misura era stata criticata dai sindacati, ovviamente con argomentazioni altrettanto vomitevoli: il compito avrebbe messo a repentaglio l’incolumità dei lavoratori – dietro i furti nei supermercati ci sarebbero infatti non meglio specificate organizzazioni criminali – e avrebbe potuto essere svolto ben più efficacemente da “professionisti del settore”. Più d’uno avrà invece sicuramente dato per buono il piagnisteo di un gruppo della grande distribuzione in continua crescita che lamenta “consistenti perdite economiche” a causa dei furti dagli scaffali.