Verde brillante

Per la mattina di sabato 4 maggio è annunciato un banchetto della Lega in corso Libertà. Raccolta firme per una proposta di legge: “Galera e castrazione chimica per pedofili e stupratori”. Presenti, oltre a una manciata di giovani non più padani e a un altro paio di militanti, il candidato alle europee Matteo Gazzini, i consiglieri comunali Pancheri – quello che aveva parlato di “associazioni dei finocchi” – e Nevola – particolarmente attivo nei movimenti antiabortisti e per la “famiglia tradizionale” – e l’onorevole Maturi. Assente invece Kevin Masocco, il giovane consigliere comunale balzato agli onori della cronaca un paio di mesi fa per l’audio nel quale invitava un amico in discoteca perché “c’è una dj figa da violentare”. Dopo aver inizialmente sostenuto che la voce non fosse la sua, aveva ammesso e si era dimesso. Meno di tre mesi e lo si vede di nuovo alla riunione della sezione bolzanina al solito bar Seltz, nelle foto pubblicate dagli stessi leghisti. Fin dall’arrivo dei leghisti, a loro difesa – soprattutto dell’onorevole – è presente un certo numero di sbirri in divisa e di Digos. Una dozzina di compagne e compagni espone uno striscione (“Ma quale castrazione. La cultura dello stupro siete voi. Distruggiamo il patriarcato”) e distribuisce e legge al megafono un testo sull’ipocrisia di chi fa campagna elettorale sul corpo delle donne e contemporaneamente attacca le loro libertà e difende il sistema patriarcale e la cultura dello stupro che si porta dentro. Nell’andarsene, qualcuno ravviva un po’ lo stile dell’onorevole e degli altri leghisti presenti con un lancio di glitter (merita il titolo scelto da RTTR per il suo piagnisteo: “Anarchici fanno ‘brillare’ il deputato Maturi”). Particolarmente infame in quest’occasione Nevola che – ripreso dall’Alto Adige che dà senz’altro per buona la sua versione – si inventa spintoni e minacce. Sia lui che Maturi, ovviamente, accusano compagne e compagni di difendere pedofili e stupratori. Di seguito il testo del volantino distribuito:

Lega ma quale castrazione, la cultura dello stupro siete voi!

Non ci stupisce vedere la Lega in piazza oggi, partito che da decenni fonda la sua campagna elettorale sul terrore: del negro, del ladro e in questo caso dello stupratore e del pedofilo per promuovere politiche securitarie, classiste e divisive. Che anche loro prendano parola su certe questioni non è sorprendente, visto che ormai tutti gli esponenti di partito si riempiono la bocca con la becera retorica e propaganda fascio-sessista “le nostre donne da salvare”. Come se non lo sapessimo che la maggior parte degli stupri avviene in casa da un marito, un fidanzato o un amico e non in un vicolo buio ad opera dell’uomo nero. Parlare di stupro senza parlare del sistema patriarcale, di cui la Lega non solo incarna ma promuove i “valori” è comodo per chi venera i militari (assassini e stupratori di intere etnie), per chi vanta alleanze politiche con partiti di fascisti come CasaPound e Blocco studentesco che vantano, tra i loro militanti, i due stupratori di Viterbo (Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci) e per chi ha tra le sue fila uomini di merda: “c’è una dj figa da violentare, porco dio” (Kevin Masocco, consigliere leghista bolzanino). La presenza della Lega oggi non è solo pretestuosa ma ignobile, in quanto la castrazione chimica non solo non ridurrebbe il problema degli stupri perché ha un effetto circoscritto nel tempo ma soprattutto perché non elimina certo gli impulsi violenti scatenati dalla cultura misogina e sessista in cui siamo immersi. Per non parlare del fatto che non potere avere un erezione non implica di non essere in grado di stuprare. Non ci fidiamo certo delle quote rosa, degli sbirri o dei tribunali che riproducono direttamente il patriarcato criminalizzando la donna che rifiuta di tacere e decide di agire. Crediamo nell’autodeterminazione delle donne e pensiamo che siano solo loro a dover decidere come reagire ad uno stupro.

Nemiche e nemici del patriarcato