Reazione popolare

Martedì 7 maggio i giornali riportano la notizia dello stupro di una 15enne, aggredita lungo la ciclabile dietro lo stadio Druso da due persone descritte come di pelle scura. Nell’immaginabile sciacallaggio generalizzato si distingue subito il Partito Democratico locale, che sulla sua pagina facebook scrive:

Il ministro dell’interno aveva promesso più sicurezza, purtroppo non ha mantenuto le promesse e ci troviamo a dover commentare questo terribile fatto. Il ministro aumenti la polizia e i carabinieri nei luoghi sensibili come chiediamo da anni!

Mentre si rastrellano giovani stranieri da condurre in questura per il prelievo del dna e si schedano tutti gli ospiti delle strutture di accoglienza, Forza Nuova chiama per il lunedì successivo una “reazione popolare [!] per liberare Bolzano”, “contro stupri e invasione”, in piazza Stazione dalle 21.00. Ad attenderli all’appuntamento, nel parco disseminato di blindati, Digos e qualche giornalista, una trentina di compagne e compagni. Si espone uno striscione (“Ma quale reazione popolare. Forza Nuova promuove ronde razziste sulla pelle delle donne”) e si distribuisce un testo sulla grande assente delle reazioni allo stupro: la violenza strutturale, diffusa del patriarcato – del quale i soldatini di Fiore sono fieri difensori – e della cultura dello stupro che si porta dentro. Dei fascisti nessuna traccia. In tarda serata scrivono sulla loro pagina facebook che il presidio è spostato al giovedì “per motivi personali ed organizzativi”. Stavolta si presentano, protetti da un bel po’ di sbirri. Una decina: i candidati alle europee nonché unici militanti bolzanini Michele Olivotto e Caterina Foti, il dirigente nazionale Luca Castellini, noto per le sue simpatie naziste, e qualche altro sgherro presumibilmente veronese. Finita la sceneggiata, si allontanano scortati dalla polizia. Dall’altra parte, stessa accoglienza di tre sere prima, con cori e interventi al megafono (qui sotto il testo del volantino distribuito). La mattina seguente si svolge una manifestazione studentesca “contro la violenza”, con generiche richieste di “più sicurezza”. Presentata come politicamente neutra, la manifestazione è organizzata e guidata da due militanti di Blocco Studentesco (l’organizzazione giovanile di CasaPound), che, con tanto di bandiera tricolore, chiedono agli altri studenti di tenere alti cartelli con le scritte “porti chiusi parchi aperti” e “migrante arrogante pericolo costante”.

Ma quale reazione popolare… Forza Nuova promuove ronde razziste sulla pelle delle donne

Lo scorso anno un militante di Forza Nuova armato ammazza la moglie e spara dal balcone contro i passanti. Il partito di Fiore minimizza e non si espone. Questi cadaveri fascisti ricompaiono stasera come sciacalli strumentalizzando la violenza sulle donne per dare adito alla loro retorica intrisa di razzismo e violenza machista. Facile oggi puntare il dito sull’uomo nero, circoscrivendo la cultura dello stupro allo straniero, e spostare l’attenzione dalla vera questione: la violenza trasversale del patriarcato, di cui Forza Nuova stessa si nutre facendone proprio baluardo. La cultura dello stupro sappiamo che non appartiene solo a chi viene da lontano, ma è propria dell’uomo bianco e del mondo occidentale. La ritroviamo nelle nostre case e nelle nostre famiglie, nelle relazioni con i nostri padri, con i nostri fratelli e con i nostri mariti. Che i fascisti si ergano a difensori delle donne – italiane – è vecchia storia, tanto quanto la loro ignobile retorica machista sui corpi femminili, oggetti e territori di conquista da difendere in nome della patria, non importa a quale prezzo. Fervidi oppositori della legge 194, i fascisti di Forza Nuova propongono, nel 2019, pene superiori ai 10 anni per tutte quelle donne che decidono di interrompere la gravidanza: l’ennesimo violento schiaffo alla loro autodeterminazione. Per Forza Nuova e per la dottrina fascista la donna da difendere è mera costola dell’uomo, oggetto relegato al focolare domestico, che però in Italia, si sa, è il luogo principale di violenze e stupri, commessi per il 67% dai partner stessi all’interno del contesto della famiglia tradizionale – patriarcale – che i fascisti tanto difendono. La cultura patriarcale che da sempre questi personaggi promuovo si oppone al femminismo radicale, considerato colpevole della degenerazione della donna, che oggi come ieri si oppone alla propria subordinazione in nome dell’autodeterminazione e dell’autodifesa. Non permettiamo a nessuno di parlare per noi e di strumentalizzarci in nome di razzismi e classismi. Non permettiamo a fascisti, militari e tribunali di difenderci in nome di una patria che non vogliamo, di un ordine che ci opprime e di una repressione che punisce chi lotta con noi per la nostra libertà e per quella degli altri. Levatevi dalle nostre strade, non siamo vittime inermi. L’unica risposta alla cultura dello stupro è l’autodifesa femminista e antifascista. Solidali con tutte le donne che subiscono la violenza del patriarcato.

Nemiche e nemici del patriarcato – antifasciste e antifascisti