Anche quest’anno, le celebrazioni del 4 novembre a Bolzano non sono passate del tutto indisturbate. Mentre in Piazza Walther andava in scena la cerimonia ufficiale alla presenza di tutte le autorità, nella vicina Piazza Domenicani, nonostante il giorno lavorativo e l’orario mattutino, in diversi hanno risposto alla chiamata dell’Assemblea bolzanina in solidarietà con il popolo palestinese, dando vita a una rumorosa contestazione.
Fronteggiati dal solito grottesco schieramento di reparti antisommossa – che impediva il passaggio persino ai pedoni, oltre a far modificare per l’intera mattinata il percorso degli autobus – si sono susseguiti interventi sulla vergogna di celebrare il massacro di centinaia di migliaia di giovani per gli interessi degli industriali; sulle complicità dello Stato e dell’Esercito italiano nel genocidio in corso in Palestina; sulla guerra che oggi si allarga e si avvicina riflettendosi anche all’interno dei singoli Stati in un clima sempre più repressivo ben esemplificato dal Disegno di legge “elmetto e manganello” 1660; sulla necessaria solidarietà internazionalista con i sempre più numerosi renitenti e disertori ucraini perseguitati dal loro Stato fin nelle nostre città; sulla corsa al riarmo e i profitti delle industrie di morte come la bolzanina Iveco in odore di acquisto da parte del colosso degli armamenti Leonardo…
Subito prima del presidio, due auto dell’Esercito passate nel posto sbagliato al momento sbagliato sono state colpite (com’era già successo il 4 novembre di due anni fa) da un lancio di vernice rossa. Al termine della manifestazione il compagno individuato come autore del gesto è stato portato in Questura e denunciato per “danneggiamento aggravato”; successivamente, i giornali hanno riportato una velina secondo la quale “nei suoi confronti il Questore ha disposto l’avvio della procedura per l’emissione della sorveglianza speciale” (dopo che nei mesi scorsi era stato destinatario insieme a un altro compagno di un “avviso orale aggravato”). Se la richiesta dovesse effettivamente arrivare, non gli mancherà la solidarietà. Con la guerra alle porte, indicare il nemico in casa nostra è davvero il minimo che si possa fare.