Venerdì 26 luglio a Bolzano presidio e assemblea pubblica per la Palestina, contro guerra e repressione

Torniamo in strada al fianco del popolo palestinese
Contro i venti di guerra e la corsa al riarmo
Contro i fogli di via e la repressione della Questura di Bolzano

Mentre l’attenzione internazionale rischia di scemare, assuefatta all’orrore, a Gaza e nel resto della Palestina occupata il genocidio incrementale perpetrato dallo Stato d’Israele continua, nell’aperta complicità dell’Italia e degli altri paesi occidentali. Che, oltre a collaborare attivamente allo sterminio del popolo palestinese, in modo ogni giorno più inquietante spingono l’intero sistema economico e sociale nella direzione della preparazione alla guerra, mentre le “linee rosse” che ci separano da un conflitto mondiale e potenzialmente nucleare vengono superate una dopo l’altra. Considerare lontana dalla nostra la condizione delle migliaia di disertori ucraini cui il governo di Kiev, a corto di carne da cannone, dà la caccia in tutta Europa sarebbe un tragico errore.

In questo scenario, Rete Ferroviaria Italiana stringe un accordo con il colosso degli armamenti Leonardo (direttamente coinvolto nel genocidio a Gaza) per adeguarsi, attraverso i suoi supercomputer e sistemi informatici, alle esigenze dei trasporti militari.

In questo scenario, non dovrebbe sorprendere che sempre di più anche la sola parola dissonante sia criminalizzata. Come hanno messo nero su bianco i due maggiori quotidiani italiani, chi dissente sull’allineamento alla Nato e a Israele è un nemico interno, e come tale va trattato. Nelle scorse settimane, la Questura di Como è arrivata a prescrivere agli organizzatori di un presidio di non citare la parola sionismo – e a permettere striscioni, cori e interventi esclusivamente in lingua italiana.

A Bolzano, in un gioco di sponda tra il protagonismo del Questore Sartori – che ha oscurato i politici nel rivendicare dalle prime pagine dei giornali “pugni di ferro” contro stranieri senza documenti e altri indesiderati – e i giornali locali, Alto Adige in testa, si sta cercando di stroncare la mobilitazione per la Palestina e contro la guerra e qualsiasi lotta che non segua la logica della compatibilità con il sistema, togliendo di mezzo alcune persone e intimidendo le altre nella speranza che si convincano che non è aria.

In poche settimane, oltre a una pioggia di denunce (solo per citarne alcune: manifestazioni non autorizzate; vilipendio delle Forze Armate; invasione di terreni – e multe per bivacco – per l’accampamento per Gaza in Piazza Adriano; imbrattamento per le “pietre d’inciampo” in memoria dei morti palestinesi comparse accanto a quelle che ricordano lo sterminio nazista – e trasformate dai giornali in un atto di vandalismo antisemita), sono arrivati nuovi avvisi orali (anticamera della sorveglianza speciale), due fogli di via da Bolzano per tre anni a una compagna e un compagno residenti a Bressanone (con il pretesto di quanto avvenuto fuori dall’ospedale, dove la celere è intervenuta a spintoni – e non solo – per allontanare un presidio contro gli antiabortisti), un foglio di via per due anni a un compagno residente in un comune limitrofo ma cresciuto a Bolzano e con molti legami in città (con il pretesto di un presidio non autorizzato sotto il carcere in solidarietà con i detenuti che stavano dando vita a una battitura di protesta) e un foglio di via per quattro anni a un compagno di Rovereto per il corteo che a maggio è entrato in stazione per denunciare proprio l’accordo Leonardo-ferrovie. A questo si aggiunge il divieto, per generici motivi di ordine pubblico, di tenere il previsto corteo del pride antimilitarista e anticapitalista, che è stato confinato nel parco della stazione circondato dai reparti antisommossa.

Nessuna sorpresa né vittimismo: l’atteggiamento nei confronti del dissenso di uno Stato in guerra non può che essere questo. L’unica risposta possibile, oltre a reagire collettivamente colpo su colpo alla repressione – non lasciando solo chi viene colpito, rivendicando lo spirito dei fatti di cui è accusato – è rilanciare la mobilitazione, al fianco della resistenza palestinese contro i complici del genocidio così come contro la guerra mondiale in cui gli Stati e l’industria ci stanno trascinando a passi sempre più rapidi.

Venerdì 26 luglio – ore 18.00 – Piazza Stazione (BZ)
Presidio, a seguire assemblea pubblica e momento conviviale

Assemblea solidale con il popolo palestinese – Bolzano
freepalestinebz@inventati.org – Telegram “Free Palestine BZ”