Questo pomeriggio una manciata di solidali si è materializzata – sempre con le dovute precauzioni – sotto le mura del carcere di Bolzano per portare un saluto e scambiare due chiacchiere sulla situazione all’interno – dopo che nei giorni scorsi è arrivata la prima notizia ufficiale della positività di un secondino –, riuscendo poi a dileguarsi prima dell’arrivo degli sbirri. Dalla viva voce dei detenuti si è potuta apprendere una realtà ben diversa da quella riportata dai giornali: le guardie positive sarebbero tre e non una, e il fatto che non siano state a contatto coi detenuti è, come prevedibile, una cazzata. Da dentro confermano che il tampone è stato fatto solo alle guardie; per il momento sembra che nessuno dei detenuti abbia sintomi. Raccontano inoltre che alle persone che stanno continuando a entrare anche per piccoli reati viene semplicemente misurata la febbre. D’altronde, per portare il virus all’interno evidentemente bastano e avanzano i secondini. In compenso ieri è stato annunciato l’avvio della sanificazione di alcuni locali del carcere considerati più a rischio ad opera di un nucleo specializzato di alpini del reggimento Julia di Merano.
Nella giornata di oggi presenze solidali ci sono state anche fuori da altre carceri italiane, in risposta a un appello lanciato dai familiari dei detenuti per rompere il silenzio sulle scelte omicide dello stato, ribadendo che l’unica forma possibile e accettabile di “prevenzione” è liberare tutti. A Roma otto solidali sono stati caricati a forza da un assembramento di sbirri tutti sullo stesso pulmino alla faccia del distanziamento e portati in commissariato, per essere poi rilasciati con multa e denuncia nelle ore successive.
Nel frattempo, a Bolzano una cosa sembra non essere cambiata con l’emergenza coronavirus, ma semmai essersi intensificata: l'”attenzione” delle forze dell’ordine nei confronti delle presenze che “sporcano” la zona su cui più si appuntano le grida di denuncia sul degrado e le grinfie riqualificatrici alle quali sono strettamente collegate, ovvero quella tra piazza Verdi e la stazione. Presenze tra le quali evidentemente sono da annoverare gli esercenti stranieri multati nei giorni scorsi perché sorpresi a indossare gli scaldacollo appena donati loro dai pompieri in luogo delle mascherine.
Più indicativa di un contesto decisamente mutato rispetto al pre-emergenza la visita a sorpresa ricevuta, a quanto riporta il giornale online locale Salto, da almeno una mezza dozzina di persone che si sono trovate gli sbirri alla porta per aver girato un messaggio in cui si chiamava per lo scorso sabato un flashmob contro le restrizioni eccessive, nel corso del quale peraltro non si prevedeva di violare le restrizioni ma ci si sarebbe limitati a scendere in strada ognuno nei pressi della propria abitazione. Gli sbirri avrebbero “amichevolmente” chiesto informazioni, invitato a consegnare i telefoni e fatto firmare delle carte senza lasciarne copia. Da sottolineare che sia le persone che hanno ricevuto la sgradevole visita sia i promotori del flashmob parrebbero del tutto estranei a qualsiasi ambiente “politico”.