Battiture al carcere di Bolzano, denunce e fogli di via per i solidali. Venerdì presidio

A mezzogiorno di oggi (mercoledì 17 luglio), i detenuti del carcere di Bolzano hanno dato vita a una battitura di protesta per le condizioni all’interno, esponendo anche “striscioni” improvvisati alle finestre delle celle. Venutolo fortuitamente a sapere, un piccolo gruppo di solidali si è subito radunato sotto le mura, raccogliendo una calorosa risposta da parte dei detenuti e apprendendo che l’intenzione è quella di proseguire con la protesta anche nei prossimi giorni.

In linea con l’atteggiamento degli ultimi mesi, la reazione poliziesca non si è fatta attendere: i solidali sono stati seguiti in un bar prima dalla Digos e poi da due volanti che li hanno fermati e portati in Questura per il fotosegnalamento. Qui, oltre ad essere denunciati per manifestazione non autorizzata per l’improvvisato saluto al carcere e a ricevere l’ennesima serie di altre denunce per le ultime iniziative in città (imbrattamento per le “pietre d’inciampo” a ricordo dei palestinesi uccisi; oltraggio a corpo politico per degli interventi al megafono alle ultime iniziative contro la repressione; una serie di violazioni dei recenti fogli di via…), a un compagno bolzanino ma residente in un comune limitrofo è stato consegnato un foglio di via per due anni dalla città di Bolzano. Tra le motivazioni che proverebbero la sua pericolosità sociale, oltre a una serie di precedenti peraltro piuttosto datati, proprio la presenza sotto il carcere di oggi, riferendosi alla quale si scrive che alla presenza dei solidali i detenuti iniziavano ad agitarsi e a battere sulle sbarre, con il concreto pericolo che si verificassero disordini o rivolte come quelle che nei giorni scorsi hanno interessato altre case circondariali in altre province italiane.

Un motivo in più per tornare, questo venerdì, sotto le mura (dalle 17.00, a seguire aperitivo benefit antirepressione in Santabarbara), e per perseverare nella solidarietà attiva con chi è privato della libertà, con chi si rivolta, con chi è colpito dalla repressione, anche per difendere la possibilità di continuare a lottare.