Ci sembra possa avere un qualche senso giustapporre, arricchendole solo di qualche veloce commento, alcune notizie apparse sui giornali locali negli ultimi giorni.
Venerdì sera attorno alle 21.30 alla Koch, azienda che produce pasta e prodotti surgelati in zona industriale, un operaio di 28 anni che lavorava lì da qualche mese, impegnato nella pulizia di un’impastatrice, ha perso il braccio sinistro, risucchiato dalla macchina. Sull’accaduto sarebbero state avviate indagini. Nel 2012 nella stessa azienda si era verificato un altro infortunio in seguito al quale il titolare e il figlio erano finiti sotto inchiesta per non aver fornito sufficienti informazioni antinfortunistiche. La memoria corre all’incidente mortale avvenuto nel 2016 alla cooperativa Eofrut di Termeno, in seguito al quale le indagini rivelaorono che il sistema di sicurezza era stato disattivato per lavorare più velocemente. L’anno scorso in Italia i morti sul lavoro sono stati 1.133, in aumento, e l’Alto Adige è la provincia con l’incremento maggiore. Non si contanto gli infortuni gravi.
Lunedì l’Alto Adige dedica un articolo al fenomeno dei riders (gli sfruttati che consegnano cibo a domicilio in bici), in crescita anche a Bolzano. Ne riportiamo un passaggio:
5 euro lordi per ogni ora di lavoro effettivo, con un rapporto diretto con la società di distribuzione di cibo online, che a sua volta ha rapporti commerciali con i vari esercizi di ristorazione in città. Lavorano con un’applicazione che ne consente la localizzazione e il tracciamento della prestazione lavorativa. I riders lamentano una libertà relativa perché, nonostante sia possibile rifiutare gli incarichi che compaiono a video, poi ricevono sempre meno chiamate. A fine giornata, se lavorano 3 o 4 ore, ricevono circa 20 euro lordi. Ma senza alcuna tutela: se ti ammali non guadagni, non esistono ferie o maternità e, fino a qualche tempo fa, non esisteva nemmeno una tutela infortunistica.
Lo stesso giorno i giornali riportano la notizia della morte, a Bologna, di un 51enne che faceva il portapizze come secondo lavoro, travolto da un’auto della polizia che sfrecciava a sirene spente. Negli ultimi mesi in Italia tra i riders ci sono stati diversi incidenti gravi, alcuni dei quali mortali. Il settore conosce però anche accenni di lotta.
Sindacati, FIOM CGIL in testa, assai soddisfatti per l’intesa raggiunta martedì tra i ministeri della difesa e dello sviluppo economico, che prevede 7 miliardi di investimenti nel settore militare da qui al 2032. In particolare, sono stati sbloccati oltre 2 miliardi per la produzione di oltre 200 veicoli blindati Freccia (in foto) e Centauro 2. Questo dovrebbe permettere l’interruzione della cassa integrazione nello stabilimento Iveco Defence Vehicles di Bolzano, oltre al rientro dei lavoratori distaccati in altri stabilimenti. Per il prossimo anno i sindacati si aspettano “il superamento della lunga fase critica dal punto di vista produttivo ed occupazionale”, e rilanciano proponendo di ricollocare una parte dei lavoratori della Solland di Sinigo – definitivamente fallita, ma che rimane una minaccia per Merano a livello di sicurezza per le sostanze pericolose che contiene – proprio all’Iveco. Nel circo di dichiarazioni, una sola parola a nessuno passa per la mente di pronunciare: guerra, ovvero, in fondo, la sostanza delle commesse provvidenziali. Del resto chiamare le cose col loro nome non va certo di moda: lo stesso ministero della difesa preferisce presentare le 39 missioni militari nelle quali l’esercito italiano è al momento impegnato come “l’impegno dell’Italia per la sicurezza”.
Giovedì, riportando i risultati di un sondaggio, il Corriere dell’Alto Adige titola in prima pagina: Bolzano, i giovani hanno paura. “Sicuri solo nei centri commerciali”. Lo stesso giorno, una nota della questura informa che nel corso di “un’intensa attività di controllo del territorio, finalizzata al contrasto all’immigrazione clandestina […] sono stati identificati oltre cinquanta extracomunitari.” Per uno di loro “è stato disposto l’immediato accompagnamento presso il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino”. Il giorno dopo si apprende invece che uno dei senzatetto che vivono nel parco di piazza Vittoria è stato deportato con un volo da Verona dopo che “negli scorsi mesi era stato avviato l’iter burocratico per l’allontanamento coatto su iniziativa del NOSU [Nucleo Operativo Sicurezza Urbana] della polizia municipale, in stretta collaborazione con l’ufficio immigrazione della questura”. Nel frattempo, CasaPound annuncia ronde serali, in bicicletta e di corsa, lungo ciclabili e passeggiate cittadine.