La Questura di Bolzano vorrebbe stroncare la mobilitazione in città: iniziative venerdì 5 e sabato 6 luglio

Questura e giornali vorrebbero stroncare la mobilitazione in città

Rompiamo la morsa della repressione, per continuare a lottare contro il genocidio a Gaza e i venti di guerra

Dopo mesi in cui l’atteggiamento della Questura di Bolzano si è fatto via via più pesante nel cercare di impedire che le manifestazioni in solidarietà con il popolo palestinese andassero al di là della mera testimonianza (prescrizioni irricevibili, denunce, minacce, manganellate…), ora l’intento è sempre più evidentemente quello di farla finita una volta per tutte con un movimento per la Palestina e contro la guerra che pur con tutti i suoi limiti ha raggiunto un’intensità inconsueta per una città così anestetizzata – e in generale con chiunque si organizzi fuori da una logica di compatibilità con il sistema.

In un gioco di sponda tra il protagonismo del Questore Sartori – che ha oscurato i politici nel rivendicare dalle prime pagine dei giornali “pugni di ferro” contro stranieri senza documenti e altri indesiderati – e gli stessi media, si stanno cercando di creare i presupposti per togliere di mezzo alcune persone arbitrariamente individuate come “organizzatori” e intimidire le altre facendo loro capire che non è aria.

Per limitarci solo alle ultime settimane, le testate locali – con l’Alto Adige sempre in testa in quanto a infamia – sono riuscite a trasformare la contestazione alla celebrazione delle forze armate il 2 giugno in un attacco alla processione del Corpus Domini, un adesivo con la scritta «Questore Sartori, brindiamo se tu muori» comparso su un palo in un volantino con minacce di morte, e delle “pietre d’inciampo” per ricordare il genocidio e l’infanticidio in Palestina, comparse accanto a quelle che ricordano le vittime dello sterminio nazista, in vandalismo antisemita.

Preparato il terreno, arriva la Questura: sempre solo nelle ultime settimane (e l’elenco non è completo), denunce per manifestazione non autorizzata per il corteo che a maggio è entrato in stazione per contestare l’accordo tra Rete Ferroviaria e Leonardo per i trasporti bellici, e per vilipendio delle Forze Armate per un intervento al megafono il 2 giugno; per l’accampamento per Gaza in Piazza Adriano (che si è svolto in contemporanea con iniziative analoghe in piazze e università di molte altre città), invece, accusa di invasione di terreni (inasprita dal “Decreto sicurezza” di Salvini) per due persone (le stesse già minacciate di sorveglianza speciale) e multe per bivacco. Nel frattempo, per la seconda volta per allontanare un presidio contro gli antiabortisti (e in solidarietà con le donne palestinesi) fuori dall’ospedale viene fatta intervenire la celere a spintoni e scudate, e questa volta dato che la tensione si alza si vedono anche persone prese per il collo e atterrate e diverse manganellate. Oltre a diverse denunce, a una compagna viene consegnato un foglio di via da Bolzano per tre anni, con l’intento di allontanarla dalle lotte in città. Il cerchio si chiude con l’Alto Adige che annuncia decine e decine di denunce in arrivo (tra le quali anche imbrattamento per le pietre d’inciampo).

Nessuna sorpresa né vittimismo: uno Stato in guerra (oltre che complice di un genocidio) non può che mostrarsi sempre più senza veli nella volontà di fare piazza pulita dei nemici interni, non tollerando più nemmeno discorsi e gesti simbolici. Non reagire collettivamente colpo su colpo – non lasciando solo chi viene colpito, rivendicando lo spirito dei fatti di cui è accusato, continuando ad alimentare la mobilitazione – significherebbe però lasciar chiudere gli spazi per continuare a lottare anche domani non solo al fianco della resistenza palestinese contro i complici del genocidio, ma anche contro la guerra mondiale in cui gli Stati e l’industria ci stanno trascinando a passi sempre più rapidi.

Venerdì 5 luglio dalle 18.00 presidio alla sede dell’Alto Adige in Via Volta

Sabato 6 luglio dalle 11.00 in Piazza Adriano presidio contro la repressione e in solidarietà con la Palestina; a seguire momento conviviale e assemblea pubblica

Assemblea solidale con il popolo palestinese – Bolzano
freepalestinebz@inventati.org – Telegram “Free Palestine BZ”