Nel primo pomeriggio di oggi (mercoledì 23 novembre) si è tenuto un presidio nel centro di Bolzano in solidarietà con Alfredo in sciopero della fame da oltre un mese contro il 41 bis applicatogli e l’ergastolo ostativo, e con gli altri compagni che si sono uniti alla sua lotta. Interventi, letture, esposizione di una mostra sul 41 bis e volantinaggio; subito dopo ci si è spostati sotto le mura del carcere per un saluto solidale ai detenuti. Di seguito il testo distribuito.
Solidarietà con Alfredo e gli altri in sciopero della fame – il 41 bis è tortura
Dal 5 maggio scorso l’anarchico Alfredo Cospito si trova in regime di 41 bis nel carcere di Bancali (Sassari). Dallo scorso 20 ottobre ha iniziato uno sciopero della fame ad oltranza – che non intende quindi interrompere fino alle estreme conseguenze – contro questo regime di tortura istituzionalizzata e contro l’ergastolo ostativo (che impedisce di usufruire dei benefici di legge ai condannati per determinati reati che non scelgono di diventare collaboratori di giustizia). Alla sua lotta si sono uniti anche gli anarchici Anna Beniamino e Juan Sorroche e altri compagni detenuti in altri paesi. Il prossimo primo dicembre il Tribunale di Sorveglianza dovrà pronunciarsi sulla conferma dell’applicazione del 41 bis ad Alfredo per i prossimi 4 anni. Questo regime, applicato fino ad oggi ad alcuni rivoluzionari comunisti e a centinaia di proletari accusati di far parte della criminalità organizzata, mira, attraverso il totale isolamento dal mondo esterno, all’annientamento del detenuto, per ottenerne la collaborazione – la rinuncia a se stessi, alla propria identità, alla propria storia, alle proprie relazioni. Nel caso specifico, mira anche e soprattutto a mettere a tacere un compagno che anche dal carcere non ha mai smesso di contribuire al dibattito del movimento e di rivendicare le proprie idee e azioni – e infatti in questi anni la repressione ha colpito anche chi all’esterno ha diffuso i suoi interventi.
Alfredo è stato arrestato nel 2012 insieme ad un altro anarchico per il ferimento di Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare («Decisi di passare all’azione dopo il disastro nucleare di Fukushima», dichiarò tra l’altro al processo). Il suo trasferimento in 41 bis si inserisce in un clima di avvitamento repressivo (preparato e perseguito, va ricordato, da quella Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo guidata negli ultimi anni dall’“eroe antimafia” Cafiero De Raho, ora eletto deputato col Movimento 5 Stelle) che ha visto la sua condanna insieme ad Anna per il reato di strage politica – che prevede l’ergastolo – con l’accusa di aver attaccato una caserma dei carabinieri, e la condanna di Juan a 28 anni (!) di carcere per un attacco ad una sede della Lega. Si tratta di condanne mai viste per azioni che non hanno provocato feriti. Nello stesso clima si inserisce anche la condanna ad oltre 160 anni di carcere per gli imputati per il corteo contro le frontiere del 2016 al Brennero, per i quali è imminente la sentenza di appello.
Il messaggio è chiaro: se basta ormai la sola diffusione delle idee rivoluzionarie per essere colpiti dalle operazioni repressive che si susseguono con arresti, sequestri ecc., chi decide di passare all’azione deve essere letteralmente sepolto vivo. Nessuna sorpresa in fondo, ma siamo di fronte a un cambio di passo significativo, che non riguarda solo gli anarchici – si pensi alle recenti operazioni contro i sindacati di base, o all’uso disinvolto delle accuse di terrorismo o di devastazione e saccheggio di fronte a episodi di rabbia sociale. Nulla di “indegno di una democrazia”, anzi, è la democrazia che getta la maschera. In tempi di guerra – e di carovita, quando qualcuno potrebbe decidere di smettere di subire – a maggior ragione lo Stato ha bisogno di pace sociale, e per garantirsela lavora all’annientamento del nemico interno. Agire con tutte le nostre forze per tirare fuori Alfredo dal 41 bis, difendere le idee e le pratiche rivoluzionarie è vitale per tutte e tutti noi.
Alfredo fuori dal 41 bis – libertà per tutte le prigioniere e i prigionieri
Assemblea bolzanina contro il carcere