Problemi sanitari e vessazioni nel carcere di Bolzano

Condividiamo un resoconto dell’ultimo presidio solidale sotto le mura:

Lo scorso sabato siamo tornate/i ancora una volta sotto le mura di Via Dante per portare la nostra solidarietà ai detenuti del carcere di Bolzano. Mentre nella struttura si susseguono le passerelle di politici di vario colore che evidentemente hanno orecchie solo per le parole edulcorate della direzione e per i piagnistei dei sindacati dei secondini, dalla viva voce dei detenuti emerge una realtà ben diversa: abbiamo saputo che diversi di loro hanno contratto la scabbia dopo essere entrati in carcere, e che in tutta risposta sono stati messi in isolamento. Nei mesi scorsi, in occasione di altri presidi solidali, ci era stato riferito di persone con seri problemi di salute che non ricevevano assistenza adeguata, oltre che di continui ostacoli alla corrispondenza con i solidali all’esterno da parte della custodia. A questo si aggiunge l’evidente e prevedibile clima di intimidazione da parte delle guardie, che inibisce dal riferire i dettagli di quello che accade all’interno.

Nel corso del presidio è stata ricordata Indira Hrustic, bolzanina, morta ai primi di dicembre nel carcere di Spini di Gardolo, a Trento. Scontava una pena per piccoli reati contro il patrimonio, le mancavano pochi mesi di detenzione e voleva essere trasferita in un’altra città, vicino ai suoi famigliari. Era in isolamento per una lite con una guardia. A quanto si è potuto apprendere, si è impiccata, e le guardie hanno deciso di aspettare l’arrivo di un superiore prima di intervenire in suo soccorso, lasciandola morire.

Nelle carceri italiane nel solo 2023 ci sono stati 68 suicidi, ai quali si aggiungono le altre decine di morti per «cause da accertare»: tutte da addebitare al carcere, a chi lo gestisce e spesso al sadismo dei magistrati di sorveglianza che sistematicamente negano misure alternative, permessi e trasferimenti. Il carcere di Trento non fa eccezione: una struttura «moderna» e «modello» – come quella che si vorrebbe costruire a Bolzano –, la cui storia già gronda sangue.

Con il cuore rivolto alla prigione più grande del mondo – i territori occupati palestinesi – nella quale si sta compiendo un genocidio con la diretta complicità dello Stato e dell’industria italiani e occidentali, non possiamo che perseverare nella solidarietà con chiunque sia privata/o della libertà e nell’odio verso chi rende questo possibile.

Per contatti: Spazio autogestito Santabarbara – Viale Trento 20 B – 39100 Bolzano – santabarbarabz@canaglie.net