Sulle Dolomiti si prepara la guerra di domani. Giovedì 16 marzo presidio antimilitarista a Bolzano

“Sulle Dolomiti si prepara la guerra di domani”: giovedì 16 marzo presidio antimilitarista a Bolzano, dalle 12.00 all’incrocio Via Cassa di Risparmio-Via Museo, dalle 13.00 in Piazza Università. Di seguito il testo della chiamata.

“Dal 6 al 17 marzo sulle montagne della Val Pusteria e Alta Val Badia, del Cadore (Belluno), con un’appendice in Sardegna, si è svolta l’esercitazione militare internazionale Volpe Bianca 2023, nel corso della quale sono stati impegnati più di 1500 Alpini delle Brigate Julia e Taurinense oltre che del Centro Addestramento Alpino, una compagnia del battaglione San Marco della Marina Militare, militari della 173^ Airborne Brigade statunitense e della 27^ Brigade d’Infanterie de Montagne francese, oltre che velivoli e unità di Esercito ed Aeronautica.
Secondo quanto dichiarato dal generale Ignazio Gamba queste esercitazioni dovrebbero: ‘addestrare i militari al combattimento in montagna e aree caratterizzate da climi rigidi, il cosiddetto mountain warfare, che mira a saper sfruttare e trasformare in un proprio vantaggio le difficoltà dei terreni montani ed artici’. Di conseguenza, per il militare, le truppe alpine diventerebbero: ‘una risorsa su cui investire per sviluppare uno strumento sempre più rispondente alle condizioni imposte dagli odierni e futuri scenari geostrategici’. Tradotto significa che viviamo tempi in cui i militari saranno sempre più utilizzati. Questa manovra segue l’esercitazione Vertigo 2022 svoltasi 5 mesi fa nell’area di Merano 2000 ed il convegno ‘Artico il nuovo grande gioco mondiale’ organizzato dall’Esercito e altri istituti di ricerca il 3 ottobre scorso a Castel Mareccio a Bolzano.
Lo scioglimento dei ghiacci del circolo polare artico e la competizione internazionale per lo sfruttamento delle sue risorse naturali così come la guerra in Ucraina aprono scenari in cui la potenza militare avrà un ruolo sempre più importante nell’imporre le politiche predatorie del capitalismo e gli interessi della borghesia. I militari italiani sono infatti presenti in numerosi paesi africani e del Medio Oriente, ridotti a colonie. Nell’Europa dell’est invece sono almeno 1500 i soldati italiani schierati sotto le direttive NATO e pronti alla guerra con la Russia.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha innescato una generale corsa al riarmo in cui tutte le principali forze politiche – dal Partito Democratico a Lega e Fratelli d’Italia – hanno imposto un drastico aumento della spesa militare, da 25 ai circa 40 miliardi di euro annui, a danno di istruzione e sanità. Per l’apparato militare-industriale e quindi aziende come Iveco Defence Vehicles, con sede a Bolzano, Finmeccanica oppure Rheinmetall in Germania, la guerra e la crescita delle tensioni politico-militari fra le principali potenze rappresenta un’incredibile opportunità per fare profitti e distribuire dividendi ai propri azionisti. Business as usual, sulla pelle dei proletari ucraini, russi e di tutto il mondo.
La guerra attualmente in corso in Europa non è una guerra fra Russia e Ucraina bensì una guerra fra Russia da una parte e NATO dall’altra, sul territorio ucraino. Un conflitto che, oggi come in passato, non sarebbe possibile senza intellettuali, docenti e giornalisti arruolati a tempo pieno dall’apparato militare, impegnati nel produrre giustificazioni e retoriche funzionali agli interessi della borghesia guerrafondaia di ogni schieramento. Indicativo dei tempi che viviamo è il Comitato per la cultura della Difesa presieduto dal ministro della Guerra Guido Crosetto e di cui fanno parte docenti universitari, editorialisti, giornalisti e intellettuali costantemente presenti sui principali media. Secondo quanto riportato dal Ministero della Difesa il loro ruolo, in un perfetto rovesciamento della realtà, sarebbe: ‘Tutelare la correttezza del dibattito pubblico, promuovendo la verità dei fatti’. Oltre a ciò ‘in un rinnovato e complesso quadro geopolitico’ compito del Comitato sarà quello di ‘cambiare la percezione dello Strumento Militare nazionale rispetto al passato’. In sintesi si tratta di un Comitato statale che promuove una campagna di propaganda bellica.
Viviamo tempi di guerra. Le esercitazioni militari nella Provincia di Bolzano così come la presenza in città di uno stabilimento industriale come Iveco DV, in affari con gli Eserciti impegnati nel conflitto in Ucraina e in altre parti del mondo, ci dimostra che la guerra inizia anche qui.

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