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Bolzano, di fronte e di profilo. L’Iveco, il NOI e la guerra all’umanità

Nelle scorse settimane fra l’Alto Adige (Val Pusteria) e le Dolomiti bellunesi si è svolta l’ennesima esercitazione militare, che ha visto truppe italiane, francesi e statunitensi addestrarsi “al combattimento in montagna e aree caratterizzate da climi rigidi” (“come in un film d’azione”, titola l’Alto Adige). Solo pochi mesi fa si era svolta un’esercitazione analoga, a margine della quale in un convegno a Bolzano si era presentato lo scioglimento dei ghiacci dell’Artico come “un’opportunità” per le rotte commerciali e per l’accaparramento di materie prime, e un fattore di nuova centralità strategico-militare dell’area, alla quale prepararsi. Fra i partecipanti, l’amministratore delegato della bolzanina Iveco, in odore di nuove commesse. Se il presidio antimilitarista di giovedì e la critical mass promossa sabato dall’Assemblea cittadina contro le guerre e per il disarmo sono stati un’occasione, anche, per sottolineare cosa significhi vivere in uno stato in guerra e quanto sia urgente sabotarlo, la seconda parte del testo che segue prova ad allargare lo sguardo sulla faccia più in ombra della guerra che avanza, a partire da Bolzano.

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Sulle Dolomiti si prepara la guerra di domani. Giovedì 16 marzo presidio antimilitarista a Bolzano

“Sulle Dolomiti si prepara la guerra di domani”: giovedì 16 marzo presidio antimilitarista a Bolzano, dalle 12.00 all’incrocio Via Cassa di Risparmio-Via Museo, dalle 13.00 in Piazza Università. Di seguito il testo della chiamata.

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Una giornata contro le Forze armate e l’Unità nazionale

È poco, ma è qualcosa: le consuete celebrazioni del 4 novembre a Bolzano – particolarmente odiose per gran parte della popolazione, ricordando l’annessione del Sudtirolo da parte dell’Italia – non si sono svolte del tutto indisturbate. Bloccato dalla Digos il tentativo di alcuni antimilitaristi di srotolare uno striscione (“La pace non si fa con gli eserciti”) durante l’alzabandiera e la consegna delle onorificenze, la prontezza di spirito di qualcuno dei presenti, che ha imbrattato con colore rosso uno dei mezzi militari presenti in piazza, ha fatto sì che venisse comunque data una piccola dimostrazione di ciò di cui c’è più bisogno in tempi di guerra: disprezzo per tutte le Forze armate e per tutte le Unità nazionali; l’esatto contrario di quanto auspicato dai presenti alla cerimonia (“In questo momento l’Italia dovrebbe dimostrare di essere unita e vicina alle forze armate e alle forze dell’ordine”). Nel pomeriggio, il presidio chiamato dall’assemblea antimilitarista nella vicina Piazza del Grano è stato occasione per ricordare il ruolo dell’esercito italiano a difesa degli interessi del capitalismo nostrano e occidentale in mezzo mondo, la presenza in città dell’Iveco Defence Vehicles e il dovere di non lasciarla lavorare in pace, la solidarietà con disertori e profughi di tutte le guerre, la necessità di rompere il fronte interno e sabotare l’unità nazionale. È stato ricordato che alla guerra “esterna” corrisponde quella contro il nemico interno, lo sciopero della fame di Alfredo e degli altri contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo, la necessità vitale per tutti di sostenere questa lotta.

4 novembre: niente da festeggiare! Presidio antimilitarista a Bolzano

Di seguito la chiamata uscita dall’assemblea pubblica antimilitarista di domenica per un momento di contestazione alle celebrazioni del 4 novembre in Piazza Walther.

Venerdì 4 novembre dalle 15.00 in Piazza del Grano presidio con microfono aperto. L’invito è a portare con sé qualcosa per fare rumore.

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Oggi a Bolzano si prepara la guerra di domani

Il testo che segue è stato distribuito oggi (lunedì 3 ottobre) a Bolzano fuori dal convegno di cui parla. In fondo, immagini dell’esercitazione Alpine Star apparse sui media locali.

In questi giorni fra il Renon, Merano 2000 e la Val Pusteria si sta svolgendo l’esercitazione Alpine Star 2022, con la quale ci si prefigge di “verificare il livello di prontezza operativa” delle truppe alpine in attività di “combattimento in ambiente montano”. Inaugurata con una delle ormai abituali celebrazioni di militarismo in Piazza Walther (esposizione di mezzi militari, sindaco con cappello da alpino, ecc.), comprende anche quello che è stato presentato come un “importante momento di valenza culturale e scientifica”: il convegno dal titolo Artico: il nuovo “grande gioco” mondiale che si svolge oggi a Castel Mareccio.

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Giovedì 2 giugno presidio antimilitarista a Bolzano

Anche quest’anno la mattina del 2 giugno in Piazza Walther, oltre al consueto alzabandiera, avrà luogo la “mostra espositiva di mezzi e attrezzature” di esercito, forze dell’ordine e associazioni varie (sotto alcune immagini dell’analoga iniziativa di alcuni anni fa, che non necessitano di commento). Con la consapevolezza che quello che possiamo fare qui e ora contro un futuro di guerra è prima di tutto non lasciare in pace chi lo prepara – da industrie come l’Iveco a qualsiasi presenza militare – dall’assemblea pubblica antimilitarista che si sta trovando da qualche tempo in città (prossimo appuntamento venerdì 10 giugno sempre alle 18.00 alle scalinate arcobaleno sopra il Pippo) è uscita la volontà di disturbare questo schifo.

Giovedì 2 giugno dalle 9.30 di fronte a Piazza Walther (alla fermata dell’autobus sotto il Duomo) presidio con microfono aperto

Lo stesso giorno nel pomeriggio a Trento ci sarà un corteo antimilitarista in concomitanza con l’apertura del festival dell’economia (di guerra).

La guerra comincia anche all’Iveco di Bolzano. Mercoledì 20 aprile presidio antimilitarista

[deutsch]

Dopo due anni di gestione militare della pandemia con annessa “comunicazione di guerra”, ci troviamo di fronte alla mobilitazione – per il momento morale ed economica – per l’ennesima guerra preparata dagli Stati e dall’industria per accaparrarsi risorse (a partire da quelle necessarie per la “transizione energetica e digitale” come i minerali rari) ed estendere la propria influenza, e presentata come difesa dei diritti umani e del diritto internazionale. Questa volta però il confronto rischia di essere direttamente fra potenze nucleari, mentre si annuncia una corsa al riarmo da sostenere con nuovi “sacrifici”.

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Contro la guerra, contro la pace, contro lo Stato

Il testo che segue è la trascrizione, leggermente rivista, di un intervento a un’iniziativa antimilitarista a Bolzano, sabato 9 aprile (nell’immagine qui sopra, l’Iveco Defence Vehicles di Bolzano). Proprio mentre lo pubblichiamo, scopriamo che martedì il Senato ha approvato, praticamente all’unanimità, una proposta di legge che istituisce la “Giornta nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini”. La giornata sarà il 26 gennaio (il giorno prima della giornata della memoria della Shoah!), e il fine – riporta il testo della legge – è quello di “conservare la memoria dell’eroismo dimostrato dal Corpo d’armata alpino nella battaglia di Nikolajewka durante la Seconda guerra mondiale [quindi nell’aggressione nazifascista alla Russia], nonché di promuovere i valori della difesa della sovranità e dell’interesse nazionale [!] nonché dell’etica della partecipazione civile, della solidarietà e del volontariato, che gli alpini incarnano”. Pensiamo che si commenti da sé.

Non vogliamo cimentarci in analisi geopolitiche, che tra l’altro lasciano spesso un senso di impotenza, per quanto necessarie. Ci premeva invece ribadire un paio di quelle che dovrebbero essere delle ovvietà e condividere un paio di considerazioni sparse su aspetti che forse possono apparire un po’ “laterali” rispetto al conflitto in corso ma che ci sembrano importanti.

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