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Imbrattata la sede Rai di Bolzano e comparsi striscioni in solidarietà con Alfredo in sciopero della fame

A quanto riporta il sito del quotidiano Alto Adige, la scorsa notte (19 novembre) ignoti hanno imbrattato l’ingresso della sede Rai in Piazza Mazzini a Bolzano con vernice rossa e una scritta in solidarietà con Alfredo in sciopero della fame da ormai un mese contro il 41 bis applicatogli e l’ergastolo ostativo. Nei giorni scorsi striscioni in solidarietà con Alfredo erano comparsi a Bolzano lungo la tangenziale cittadina e poco fuori città lungo la statale (il trafiletto è dell’Alto Adige):

Ambra è stata uccisa dal carcere. Sabato 10 aprile manifestazione e saluto solidale al carcere di Bolzano

Condividiamo la chiamata dell’assemblea bolzanina contro il carcere per questo sabato (10 aprile):

  • ore 15.00 prati del Talvera altezza ponte Talvera presidio in memoria di Ambra, perché di carcere non si debba più morire
  • ore 17.00 circa saluto solidale ai detenuti, sotto le mura del carcere di Bolzano (lato Talvera)

“Domenica 14 marzo nel carcere di Spini di Gardolo è morta una ragazza di Bolzano di appena 28 anni. Si chiamava Ambra Berti. Nel comunicare la sua morte ai famigliari le autorità carcerarie hanno parlato di ‘cause naturali’ nonostante la detenuta fosse stata portata da alcune ore in infermeria, quindi teoricamente sotto controllo del personale sanitario. Nessuno fino ad ora ha spiegato la morte di una donna giovane fisicamente sana, madre di due figli, senza problemi di salute. Di certo sappiamo come – a causa delle misure prese contro la pandemia – nell’ultimo anno le difficoltà e le sofferenze per le detenute ed i detenuti siano state amplificate dalla mancanza di contatto umano con i propri affetti. A ciò si aggiunge il rifiuto dei magistrati di sorveglianza di concedere ad Ambra, come a molti altri detenuti che avrebbero avuto i requisiti per accedervi, misure di pena alternative alla detenzione. Sappiamo anche come ogni morte in carcere sia una morte di carcere e come essa sia strutturale all’istituzione carceraria, dove l’abuso del consumo di psicofarmaci, i suicidi, così come i decessi per la mancanza di cure adeguate e controlli medici, sono all’ordine del giorno. La tragica morte di Ambra è stata del tutto ignorata dai media, complici nel tentativo di far passare in silenzio l’ennesima morte nel carcere di Spini. Rompiamo l’indifferenza. Non si può morire così. Pretendiamo di sapere ciò che è successo ad Ambra. Il silenzio della responsabile sanitaria del carcere di Spini di Gardolo è un silenzio complice e omertoso come quello della direttrice del carcere di Trento e Bolzano, che dopo l’ennesima morte di una persona sotto la sua responsabilità, non ha ancora trovato modo di lasciare alcuna dichiarazione pubblica sull’accaduto. Rompiamo l’isolamento in cui vorrebbero confinare detenuti e detenute.”