Sulle Dolomiti si prepara la guerra di domani. Giovedì 16 marzo presidio antimilitarista a Bolzano

“Sulle Dolomiti si prepara la guerra di domani”: giovedì 16 marzo presidio antimilitarista a Bolzano, dalle 12.00 all’incrocio Via Cassa di Risparmio-Via Museo, dalle 13.00 in Piazza Università. Di seguito il testo della chiamata.

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Presentazione a Bolzano de L’aria brucia. Rivolte, solidarietà e repressione nelle carceri italiane (1968-1977)

“La lotta di Alfredo Cospito ci riporta a parlare di carcere. Lo faremo anche guardando al passato: rivolte, voci, conquiste e sconfitte che si sono susseguite nelle carceri italiane negli anni Settanta. Un racconto di come, con determinazione, una parte della popolazione carceraria abbia spezzato le catene dell’immobilismo e della rassegnazione e abbia deciso di prendere in mano la propria sorte. Guardiamo alla storia per leggere il presente.

Assemblea bolzanina contro carcere e repressione”

Cemento e QR code. Su devastazioni ambientali e digitalizzazione

Di seguito il testo di un intervento al corteo no tav contro la circonvallazione ferroviaria di Trento di sabato 17 dicembre (l’immagine è della manifestazione dello scorso aprile).

Volevo provare ad allargare lo sguardo verso un tema che in realtà è strettamente intrecciato con le grandi opere e più in generale con nocività e devastazioni ambientali: la digitalizzazione – e la cosiddetta transizione ecologica, che sempre più vengono presentate come una cosa sola.

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A proposito di materialità del digitale (appunti)

Il testo che segue non è altro che un “montaggio” degli appunti presi leggendo due saggi usciti nell’ultimo anno, Né intelligente né artificiale. Il lato oscuro dell’IA di Kate Crawford (il Mulino) e Inferno digitale. Perché internet, smartphone e social network stanno distruggendo il nostro pianeta di Guillaume Pitron, già autore de La guerra dei metalli rari. Il lato oscuro della transizione energetica e digitale (entrambi per Luiss). Un approfondimento di alcuni aspetti già tratteggiati nell’opuscolo Il mondo a distanza; forse può essere di qualche utilità per avere qualche coordinata più precisa sull’impatto materiale del mondo digitale. Qui il pdf per una lettura più agevole o per la stampa.

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Presidio in centro a Bolzano in solidarietà con Alfredo e gli altri e saluto al carcere

Nel primo pomeriggio di oggi (mercoledì 23 novembre) si è tenuto un presidio nel centro di Bolzano in solidarietà con Alfredo in sciopero della fame da oltre un mese contro il 41 bis applicatogli e l’ergastolo ostativo, e con gli altri compagni che si sono uniti alla sua lotta. Interventi, letture, esposizione di una mostra sul 41 bis e volantinaggio; subito dopo ci si è spostati sotto le mura del carcere per un saluto solidale ai detenuti. Di seguito il testo distribuito.

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Imbrattata la sede Rai di Bolzano e comparsi striscioni in solidarietà con Alfredo in sciopero della fame

A quanto riporta il sito del quotidiano Alto Adige, la scorsa notte (19 novembre) ignoti hanno imbrattato l’ingresso della sede Rai in Piazza Mazzini a Bolzano con vernice rossa e una scritta in solidarietà con Alfredo in sciopero della fame da ormai un mese contro il 41 bis applicatogli e l’ergastolo ostativo. Nei giorni scorsi striscioni in solidarietà con Alfredo erano comparsi a Bolzano lungo la tangenziale cittadina e poco fuori città lungo la statale (il trafiletto è dell’Alto Adige):

Una giornata contro le Forze armate e l’Unità nazionale

È poco, ma è qualcosa: le consuete celebrazioni del 4 novembre a Bolzano – particolarmente odiose per gran parte della popolazione, ricordando l’annessione del Sudtirolo da parte dell’Italia – non si sono svolte del tutto indisturbate. Bloccato dalla Digos il tentativo di alcuni antimilitaristi di srotolare uno striscione (“La pace non si fa con gli eserciti”) durante l’alzabandiera e la consegna delle onorificenze, la prontezza di spirito di qualcuno dei presenti, che ha imbrattato con colore rosso uno dei mezzi militari presenti in piazza, ha fatto sì che venisse comunque data una piccola dimostrazione di ciò di cui c’è più bisogno in tempi di guerra: disprezzo per tutte le Forze armate e per tutte le Unità nazionali; l’esatto contrario di quanto auspicato dai presenti alla cerimonia (“In questo momento l’Italia dovrebbe dimostrare di essere unita e vicina alle forze armate e alle forze dell’ordine”). Nel pomeriggio, il presidio chiamato dall’assemblea antimilitarista nella vicina Piazza del Grano è stato occasione per ricordare il ruolo dell’esercito italiano a difesa degli interessi del capitalismo nostrano e occidentale in mezzo mondo, la presenza in città dell’Iveco Defence Vehicles e il dovere di non lasciarla lavorare in pace, la solidarietà con disertori e profughi di tutte le guerre, la necessità di rompere il fronte interno e sabotare l’unità nazionale. È stato ricordato che alla guerra “esterna” corrisponde quella contro il nemico interno, lo sciopero della fame di Alfredo e degli altri contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo, la necessità vitale per tutti di sostenere questa lotta.

4 novembre: niente da festeggiare! Presidio antimilitarista a Bolzano

Di seguito la chiamata uscita dall’assemblea pubblica antimilitarista di domenica per un momento di contestazione alle celebrazioni del 4 novembre in Piazza Walther.

Venerdì 4 novembre dalle 15.00 in Piazza del Grano presidio con microfono aperto. L’invito è a portare con sé qualcosa per fare rumore.

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Oggi a Bolzano si prepara la guerra di domani

Il testo che segue è stato distribuito oggi (lunedì 3 ottobre) a Bolzano fuori dal convegno di cui parla. In fondo, immagini dell’esercitazione Alpine Star apparse sui media locali.

In questi giorni fra il Renon, Merano 2000 e la Val Pusteria si sta svolgendo l’esercitazione Alpine Star 2022, con la quale ci si prefigge di “verificare il livello di prontezza operativa” delle truppe alpine in attività di “combattimento in ambiente montano”. Inaugurata con una delle ormai abituali celebrazioni di militarismo in Piazza Walther (esposizione di mezzi militari, sindaco con cappello da alpino, ecc.), comprende anche quello che è stato presentato come un “importante momento di valenza culturale e scientifica”: il convegno dal titolo Artico: il nuovo “grande gioco” mondiale che si svolge oggi a Castel Mareccio.

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Giovedì 2 giugno presidio antimilitarista a Bolzano

Anche quest’anno la mattina del 2 giugno in Piazza Walther, oltre al consueto alzabandiera, avrà luogo la “mostra espositiva di mezzi e attrezzature” di esercito, forze dell’ordine e associazioni varie (sotto alcune immagini dell’analoga iniziativa di alcuni anni fa, che non necessitano di commento). Con la consapevolezza che quello che possiamo fare qui e ora contro un futuro di guerra è prima di tutto non lasciare in pace chi lo prepara – da industrie come l’Iveco a qualsiasi presenza militare – dall’assemblea pubblica antimilitarista che si sta trovando da qualche tempo in città (prossimo appuntamento venerdì 10 giugno sempre alle 18.00 alle scalinate arcobaleno sopra il Pippo) è uscita la volontà di disturbare questo schifo.

Giovedì 2 giugno dalle 9.30 di fronte a Piazza Walther (alla fermata dell’autobus sotto il Duomo) presidio con microfono aperto

Lo stesso giorno nel pomeriggio a Trento ci sarà un corteo antimilitarista in concomitanza con l’apertura del festival dell’economia (di guerra).

La guerra comincia anche all’Iveco di Bolzano. Mercoledì 20 aprile presidio antimilitarista

[deutsch]

Dopo due anni di gestione militare della pandemia con annessa “comunicazione di guerra”, ci troviamo di fronte alla mobilitazione – per il momento morale ed economica – per l’ennesima guerra preparata dagli Stati e dall’industria per accaparrarsi risorse (a partire da quelle necessarie per la “transizione energetica e digitale” come i minerali rari) ed estendere la propria influenza, e presentata come difesa dei diritti umani e del diritto internazionale. Questa volta però il confronto rischia di essere direttamente fra potenze nucleari, mentre si annuncia una corsa al riarmo da sostenere con nuovi “sacrifici”.

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Contro la guerra, contro la pace, contro lo Stato

Il testo che segue è la trascrizione, leggermente rivista, di un intervento a un’iniziativa antimilitarista a Bolzano, sabato 9 aprile (nell’immagine qui sopra, l’Iveco Defence Vehicles di Bolzano). Proprio mentre lo pubblichiamo, scopriamo che martedì il Senato ha approvato, praticamente all’unanimità, una proposta di legge che istituisce la “Giornta nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini”. La giornata sarà il 26 gennaio (il giorno prima della giornata della memoria della Shoah!), e il fine – riporta il testo della legge – è quello di “conservare la memoria dell’eroismo dimostrato dal Corpo d’armata alpino nella battaglia di Nikolajewka durante la Seconda guerra mondiale [quindi nell’aggressione nazifascista alla Russia], nonché di promuovere i valori della difesa della sovranità e dell’interesse nazionale [!] nonché dell’etica della partecipazione civile, della solidarietà e del volontariato, che gli alpini incarnano”. Pensiamo che si commenti da sé.

Non vogliamo cimentarci in analisi geopolitiche, che tra l’altro lasciano spesso un senso di impotenza, per quanto necessarie. Ci premeva invece ribadire un paio di quelle che dovrebbero essere delle ovvietà e condividere un paio di considerazioni sparse su aspetti che forse possono apparire un po’ “laterali” rispetto al conflitto in corso ma che ci sembrano importanti.

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“Non collaborativi” (a proposito del “lazo” in dotazione alla municipale bolzanina)

Nei giorni scorsi il consiglio comunale di Bolzano ha deciso di avviare, sulla scia di Genova, la sperimentazione da parte della polizia municipale del BolaWrap. Si tratta di un dispositivo prodotto e commercializzato da un’azienda americana, dotato di un puntatore laser di colore verde, che permette di sparare, alla velocità di circa 195 metri al secondo, un laccio in kevlar con ganci metallici alle estremità, che si attorciglia “attorno a parti del corpo che devono essere preferibilmente il tronco, le braccia o le gambe” di un soggetto, immobilizzandolo.

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Tagliare la strada al pilota automatico

Il testo che segue è la trascrizione di un intervento a due iniziative contro il lasciapassare dei giorni scorsi a Trento e Rovereto.

Alcuni indizi significativi dello scenario che si avvicina a grandi passi: il ministro Speranza ha parlato del green pass come della «più grande opera di digitalizzazione mai fatta». Fra i propositi usciti dal G20 di Roma, c’era quello di ridurre a 100 giorni i tempi di sviluppo dei “vaccini” per le «nuove pandemie»: si dà quindi per scontato che ce ne saranno, e giustamente, non avendo alcuna intenzione di mettere in discussione il sistema industriale che le produce (distruzione degli ecosistemi, commercio mondiale, vita in ambienti tutt’altro che salubri ecc.). E infatti, di fronte alla variante Omicron si annuncia l’arrivo di vaccini «aggiornati» a tempo di record. Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, oltre a grandi opere che non lasciano certo intravedere ripensamenti rispetto alla follia sviluppista che ha condotto alla pandemia (come la circonvallazione ferroviaria di Trento legata al TAV del Brennero), gran parte delle risorse (anche di quelle dedicate alla sanità!) sono destinate alla digitalizzazione e alle infrastrutture di cui necessita, rete 5G in testa.

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Qui per restare. Sul green pass e il suo mondo

Il testo che segue è la trascrizione di un intervento tenuto domenica 3 ottobre a San Giorio di Susa (TO) nell’ambito di un’iniziativa contro il lasciapassare (vedi locandina). Funzionando come riassunto dei contenuti dell’opuscolo Il mondo a distanza e come rapida ricognizione del mondo di cui il green pass è espressione, abbiamo pensato che potesse essere di qualche utilità e quindi di pubblicarla.

Il green pass non rappresenta “solamente” un modo particolarmente infame per costringere a sottoporsi alla sperimentazione dei cosiddetti vaccini. Io mi concentrerò, a partire dai contenuti dell’opuscolo Il mondo a distanza, su questo lasciapassare come dispositivo tecnologico di controllo, sul mondo di cui è espressione e sugli scenari che apre. D’altronde il ministro Speranza ne ha parlato come della “più grande opera di digitalizzazione mai fatta”.

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Due giorni di discussioni contro la società della miseria tecnologica – 4 e 5 settembre al terreno no tav (TN)

“Ogni giorno che passa, tutto il baraccone dell’Emergenza Covid si rivela sempre più per quello che è: una manovra mostruosa e un atto di guerra all’umanità intera. Tra vaccinazioni biotecnologiche, tracciamento elettronico e militarizzazione montante, quella che ci viene apparecchiata è una vita da schiavi tecnicamente equipaggiata. Mentre in Italia e in sempre più Paesi del mondo montano le proteste, abbiamo deciso di organizzare due giornate di incontri e discussioni, in cui si parlerà dei cosiddetti vaccini, del ‘mondo a distanza’ 5G, del ‘modello Amazon’ nella ristrutturazione del lavoro, della riorganizzazione della scuola e dell’educazione secondo le nuove esigenze ipertecnologiche del capitale. Per affinare le idee e prendere la mira contro il mondo-macchina degli uomini-macchina, ma anche per riscoprire, difendere, contrapporgli una dimensione di incontro e socialità orgogliosamente umana.”

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"Costruire è facile, distruggere al contrario molto difficile" (Günther Anders)